29, Apr 2024

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Come l'Italia sarà protagonista delle nuove tecnologie, tra le quali la Blockchain

 

di Andrea Ciax

     Come potrà mai, l'Italia, questo Paese culla della civiltà mediterranea, con le sue terre antiche e rovine diffuse: etrusche, greche, celte, romaniche e con la sua orografia seconda solo alla Svizzera e ai paesi himalayani, con la sua esagerata biodiversità in flora e fauna, con i suoi borghi medievali ancora intatti, con le sue complesse genti così attaccate alle tradizioni popolari, con le sue chiese, i palazzi monumentali, con le sue opere artistiche così invadenti, che è impossibile non sbatterci il naso, affontare una sfida, come quella che la rivoluzione tecnologica della Blockchain sta concretizzando?
Quando mai nello stivale le " gens italiae " sono arrivate a fronteggiare in solitario, fenomeni storici di così ampia portata? Se ricordiamo, per ben 2 volte siamo stati i protagonisti assoluti di questa incalcolabile marcia che l'umanità ha intrapreso verso il progresso, dai tempi della scoperta della ruota ai giorni nostri. La prima con la dominazione romana fino al IV secolo, con il periodo del Rinascimento, nella seconda. In queste 2 sole occasioni abbiamo trainato tutti gli altri popoli alla soglia del rinnovamento e della scoperta, sebbene la prima fosse infersa a lacrime e sangue, mentre la seconda lo è stata con la bellezza e la scienza. 

Oggi l'Italia è davanti ad una incipiente sfida, che è quella se rimanere impassibile al contrasto con gli sviluppi che invece stanno avvenendo nei paesi vicino a noi, oppure reagire con tempestività e dotarci degli strumenti necessari per affrontare e prendere il controllo delle potenzialità offerte da queste tecnologie. È chiaro che sarà un percorso pieno d'insidie, a cominciare da tutta una serie, sempre in aggiornamento, di sigle e termini tecnici come: DLT, smart contracts, tokens, Whitepaper, PoS, PoW, e via discorrendo; purtroppo tutti gli inizi sono traumatici.

Se ricordiamo, andando indietro nel tempo fino agli anni '70, la corsa tecnologica che avvenne per realizzare il primo personal computer nel 1965, la nostra Olivetti strappò il nastro d'argento con una specie di calcolatrice avanzata, che ammetteva i caratteri alfanumerici: il P101. Di fatto è considerato il primo desktop computer commerciale mai prodotto prima, anticipando la superpotenza Apple, di ben 11 anni. Proprio così. Perché è dal concetto di un principio, che può scaturire l'immensa carica di potenzialità creativa con la quale siamo perfettamente in grado di esprimere la nostra, decisa posizione, per tracciare il percorso verso questa nuova opportunità che si sta aprendo. Questo è il punto dal quale partire: l'attenzione alla lotta per la sofisticazione, per intervenire successivamente con la rivalorizzazione del nostro patrimonio di storia e cultura, mentre staremo apprendendo migliorando e ottimizzando le nuove tecnologie open source, cioè pienamente a disposizione per essere sviluppate, adeguandole alle esigenze dettate dalle nostre ramificate normative vigenti e piegarle alla capacità del prodotto interno, soprattutto quando  si tratterà di trasmettere la qualità e la bontà della nostra terra.                 

Sotto questo aspetto partiamo con il vantaggio di aver legislato per anni, cercando di coprire ogni possibile falla nell'architettura amministrativa, soprattutto per custodire e diffondere il made in Italy. Chi meglio di noi sul piano alimentare, può vantarsi di avere delle regolamentazioni così approfondite e distribuite per proteggere le rispettive filiere? Dalle Alpi alla Sicilia, l'Italia deve esserci a questo appuntamento e deve farlo di forma corale, senza lasciare le PMI ad affrontare questa sfida, abbandonate alla sola espressione che le proprie forze possono dispensare. 
I primi passi da compiere, s’indirizzeranno proprio per studiare gli Smart contracts, quei contratti intelligenti che regolano qualsiasi transazione tra due compagini nella blockchain e che vengono inseriti nella crittografia del blocco. Questa serie di regole dovranno prevedere tutta una serie di clusole, che verranno applicate nelle 3 dimensioni che conosciamo: spazio, tempo e profondità, dove la profondità sarà determinata dalla intensità degli scambi tra le parti del contratto con la conseguente capacità di diventare automatismo, rinnovandosi ad oltranza sempre finché si soddisfino le condizioni stabilite.  C'è da compiere un salto di qualità che già sta avvenendo con la riforma della PA e lo snellimento delle prassi burocratiche. La burocrazia ci ha affossato fino ad oggi con una intricata jungla di regolamenti ed abbiamo un'autentica occasione per liberarcene definitivamente, sempre che la volontà di farlo sia unanime. Perché guardare indietro e ricadere nelle stesse contraddizioni che ci hanno fatto perdere l'orientamento, non sta nel nostro DNA, l'italiano può arrivare a credere che la Terra sia piatta, ma mai al fatto che non sia capace di alzarsi di nuovo in piedi e continuare ad andare. Ci aspetta tanta strada da fare e la faremo con unità e partecipazione, senza slogans, perché siamo abbastanza maturi per sapere dove dobbiamo dirigerci senza accompagnanti esterni.

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