29, Apr 2024

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Fatti della nostra Storia 1.

Opinioni libere

Come diceva Pasolini, " raggiunti certi stadi di benessere, la gente non sa più cosa farsene della Chiesa, della Famiglia e della Cultura" perde alcuni valori, si sente " Autosufficiente " con l'A maiuscola, e ha l'impressione di avere il potere e potersi scegliere da solo il proprio destino.

Invece Che Guevara diventò' il simbolo di riscatto non solo degli oppressi di un continente, ma anche di tutti coloro che nel mondo, come lui, sognavano e sognano una società piu' solidale, non schiava solo del profitto, una società di "uomini nuovi" come lo stesso "Che" la definiva. 

Una follia che fece però venire a galla la fragilità della cultura collettiva e la grande insicurezza di molte ideologie schiacciate dagli eventi passati e recenti che avevano impedito di far maturare i popoli negli ultimi anni. Erano quei giovani dei "folli" ma con lampi di intelligente genialità, pari ai lampi di stupidità dei "saggi", arroccati nell'immobilismo dentro le loro oscurantistiche torri d'avorio, o seduti a dottoreggiare e pontificare nelle aule, nel Parlamento, nelle sedi dei Partiti e perfino dentro le Curie. Si è scritto che dopo il '68 il mondo non fu più quello di prima. E se non fu proprio molto diverso, certamente non era più uguale dopo la "primavera abbagliante" vissuta dai giovani di questa generazione. Non più uguale perche' si andò ben oltre la contestazione studentesca che viene sempre ricordata. E di crepe dentro il "sistema" ce ne furono molte, e alcune, ma forse tutte, furono epocali, di diritto entrate nelle pagine della storia recente e saranno sempre in evidenza in quella futura.

Si inizia un giorno a esser rivoluzionario e non si finisce più di esserlo, perchè ogni giorno la conoscenza si arricchisce, le idee si chiariscono, lo spirito si rafforza e nessuno può dire che era più rivoluzionario ieri di oggi o che domani sarà meno rivoluzionario di oggi " scriveva Fidel Castro secondo Allen Ginsberg, poeta barbuto e ormai quasi vecchio dirà vivendo questo periodo " Noi siamo tutti dei personaggi transitori. Noi teniamo troppo del passato per essere avvenire. Ora ci eclisseremo per far posto alle genti a cui appartengono veramente l'avvenire e la nuova società"

E' l'anno della "rottura" anche in Italia. Riformismi malaccorti, cedimenti a interessi corporativi e comportamenti anche irrazionali poggianti su un utopistico marxismo maoismo, andranno a determinare una generale atmosfera antindustriale e provocheranno notevoli mutazioni psicologiche nelle realtà sociali, di cui le principali erano spinte dalle mutate motivazioni scuola-lavoro.

L'organizzazione scientifica del lavoro con il taylorismo (la catena di montaggio) stava crollando; la demotivazione fabbrica-cottimo non era stata prevista a tempi così brevi e la grande industria conosce la sua crisi fra scioperi, sabotaggi, occupazioni, con mobilitazioni e forti contestazioni, dove è purtroppo carente una globale strategia sindacale, gracile e corporativistica, contestata alla base e quindi affannosamente essa stessa (come stanno facendo i propri iscritti) alla ricerca di una unità meno dipendente dai partiti: troppo legata a vecchie concezioni del tipo "operaio-proletario" dunque meno attenta all'evoluzione in atto del nuovo tipo, cioè il "lavoratore sociale". Ma Wiener (proprio lui padre della cybernetica) lo aveva già annunciato gia nel 1950 (Vedi, in "Scienza"). "

Gli uomini non diventeranno mai formiche.... La condizione umana modellata su quella della formica è dovuta a una fondamentale ignoranza incomprensione sia della natura della formica che della natura dell'uomo ".
 I tayloristi oltre che non conoscere l'uomo, non conoscevano nemmeno le formiche. Non di meno dall'altra parte, in quelle "schegge impazzite": ubriacature ideologiche, infatuazioni, sogni, miraggi, mistiche contemplazione rivolte a Mao (perfino in Albania si guardava!) o alle utopie marxiste-leniniste, ma del tutto ignari dei meccanismi sociali ed economici realistici degli Uomini; che non sono uguali a quelli delle formiche, perchè - diceva Wiener - altrimenti si vaneggia, e non si conoscono bene ne' le formiche ne' gli uomini.
" L'individuo umano ha sempre rappresentato un costoso investimento di studio e di cultura, ma giacche' e' possibile al potente di turno disfarsi dell'enorme vantaggio dell'istruzione e servirsi del materiale umano per organizzare lo "Stato" delle formiche, questo dio che si crede onnipotente, si rende responsabile di una degradazione della natura stessa dell'uomo e che se un essere umano e' condannato a svolgere le funzioni limitate della formica, non soltanto cessera' di essere un uomo ma non sara' neppure una buona formica" .
Ne sanno qualcosa quelli che convinti di aver ottenuto il totale consenso e asservimento (i totalitaristi) caduti poi nella imponderabile disgrazia, in sole 24 ore i loro monumenti a loro dedicati sono andati in frantumi, le loro teorie ripudiate, e i loro libri hanno alimentato dei grandi falo'. Gli uomini appunto non erano diventati in questi anni Sessanta ne' formiche (nelle catene di montaggio o nei kolkhoz) ne' "uomini responsabili" (nella rivoluzione, nel terrorismo, nell'inquietudine e perfino nella vilta') ma solo e nient'altro che "uomini", con tutte le contraddizioni. " E guai a non esserci queste contraddizioni, sono solo queste che ci distinguono dagli animali" cari a Maeeterlinck ( Vita delle Termiti ) o a Orwell ( Fattoria degli animali )" Ed e' sempre Wiener a dirlo. (lui che semmai visto che e' stato il padre della cibernetica, si potrebbe anche arguire che pensasse l'incontrario). " Non sono affatto abnormi e inutili tutti quei comportamenti umani che non hanno la razionalità, la meccanicità e la produttività dei meccanismi autoregolantisi (comprese quelli politici ed economici).

Se si vogliono trarre conclusioni sull'uomo bisogna studiarlo e accettarlo complicato com'e " secondo Wiener, (È per questo che ogni "sistema" o le teorie economiche, non sono assolute, ne' integralmente esportabili, ne' imitabili su un altro territorio, anzi spesso le stesse teorie non hanno nemmeno una continuità dove sono state concepite, applicate, o hanno ottenuto per un breve periodo successo).

Auto, moto, dischi, moda, prodotti e attivita' legate al consumismo edonistico creavano una massa mai stata cosi' conformista, dove dominava un unico stile di vita: lo stesso maglione, lo stesso cantante, gli stessi jeans. E il neocapitalismo, la pubblicita', il piccolo imprenditore, l'artigiano, non aspettavano altro! E ringraziarono! E i "nuovi" politici emergenti in quelle province che una volta non contavano nulla, gongolarono. Continua.

Nell'immagine Guelfi e Ghibellini XIII sec.

 

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